ITA | ENG
Maïa Fansten, sociologa francese che da anni ormai si occupa di isolamento sociale, ha provato a proporre una prima classificazione delle diverse tipologie di hikikomori, prendendo come riferimento proprio le differenti motivazioni che possono trovarsi alla base della scelta del ritiro.
Partendo da alcune brevi citazioni, proverò a interpretare, sviluppare e arricchire il suo pensiero.
Losing You - LY |
Ritiro alternativo
Definito da Maïa Fansten come "un modo per evitare l'adolescenza normata e crescere in modo diverso", questa tipologia di hikikomori decide di isolarsi perché non accetta di adeguarsi alle dinamiche tipiche dell'esistenza moderna.
Si tratta di una sorta di ribellione nei confronti della società, che viene vissuta in modo particolarmente negativo e come un'entità opprimente, volta a limitare la propria libertà personale.
Spesso, questo tipo di ritiro è preceduto e determinato da una forte depressione esistenziale.
Ritiro reazionale
Viene definito come "una reazione sintomatica a una situazione di grandi difficoltà familiari."
Gli hikikomori che fanno parte di questa categoria vivono, o hanno vissuto, in contesti sfavorevoli che hanno contribuito ad aggravare una tendenza all'isolamento già preesistente.
Spesso ricollegano la loro scelta di ritiro a un evento considerato come particolarmente traumatico, avvenuto all'interno del contesto famigliare, oppure nell'ambiente scolastico o in quello sociale.
Tutto ciò contribuisce a generare in questi soggetti forti reazioni d'ansia, vergogna e stress, che vengono generalizzate a tutti i contesti sociali e compromettono fortemente la loro capacità di stringere relazioni sociali soddisfacenti.
Ritiro dimissionario
Definito come "un modo per fuggire dalle forti pressioni sociali", riguarda quegli hikikomori che non riescono a sostenere le pressioni di realizzazione sociale derivanti dalle aspettative genitoriali o, più in generale, dalla società.
Questi hikikomori semplicemente decidono di "non giocare", rifiutandosi di perseguire una qualsiasi carriera scolastica, lavorativa o sociale. Si sentono talmente oppressi dalle aspettative altrui che decidono di nascondersi, alleviando così, almeno in parte, tale sofferenza.
Sembra essere proprio questa, ovvero la grande competizione sociale, una delle principali cause della rapida diffusione dell'hikikomori in Giappone.
Ritiro a "crisalide"
Maïa Fansten definisce questa tipologia di ritiro come "una sospensione del tempo che esprime un'impossibilità di essere un individuo adulto autonomo." In questo caso l'hikikomori cerca nell'isolamento una fuga da quelle che sono le responsabilità e le incombenze dell'età adulta. Sente di non avere le competenze per affrontarle e questo sentimento provoca in lui una grande paura.
L'esistenza viene approcciata con un appiattimento sul presente, mentre i pensieri sul futuro, fonte di grande ansia, vengono rifiutati attraverso un processo di evitamento.
In questo modo, è come se l'hikikomori volesse congelare il tempo, adottando consciamente o inconsciamente delle strategie mirate a tale scopo (ad esempio, invertendo il ritmo sonno-veglia per non soffrire la sensazione di essere inattivo durante il giorno).
Leggi il libro |
Conclusioni
Attenzione a non considerare queste tipologie in modo rigido, come fossero dei compartimenti stagni. È molto probabile, infatti, che, alla base della scelta di isolamento di un hikikomori, coesistano tutte e quattro le motivazioni sopradescritte.
È altrettanto vero, però, che le proporzioni con le quali queste ultime impatteranno su tale scelta saranno inevitabilmente differenti: è probabile che ci sia, quindi, una motivazione di ritiro preponderante rispetto alle altre.
Leggi anche:
- I tre stadi dell'hikikomori: dai primi campanelli d'allarme all'isolamento totale
- Hikikomori e depressione esistenziale: riflessione sui possibili legami
- Cos'è e cosa NON è l'hikikomori