Il progetto "Hikikomori Italia" torna a fare parlare di sé in Giappone. Dopo la citazione nel documentario sugli hikikomori realizzato dalla TV nazionale nipponica, questa volta è il principale quotidiano del Sol Levante, lo Yomiuri Shimbun, a parlare della nostra Associazione e del crescente fenomeno degli hikikomori nel nostro paese.
Di seguito trovate la traduzione dell'articolo. Ringrazio Maehara Yukinori di "Hikikomori News" per il prezioso aiuto.
IL NUMERO DEGLI HIKIKOMORI IN ITALIA STA AUMENTANDO
Chi non esce di casa e non ha connessioni sociali è chiamato "hikikomori". Arrivano richieste d'aiuto dall'esperienza giapponese.
"Panico. Quando mio figlio smise di andare a scuola non capivo più niente. Ero preoccupata che potesse essere una malattia incurabile."
Chiara, 53 anni, parla di suo figlio, ora diciassettenne, che vive a Torino, nella parte più a nord dell'Italia. Fino a due anni fa mostrava odio nei confronti della scuola. All'età di 15 anni ha cominciato a stare tutto il giorno chiuso in camera davanti al pc. Chiara, non riuscendo più a vederlo in quella condizione, decise di staccargli la connessione internet. La razione del figlio fu incontrollabile.
Quando si rivolse alla scuola per chiedere aiuto, le fu detto che avrebbe dovuto forzare suo figlio a frequentare, anche a costo di usare le maniere forti. Le fu anche detto che il suo stile educativo era sbagliato, così Chiara cominciò a chiedersi che errori avesse commesso.
Si rivolse a uno psicologo che concluse semplicemente "che suo figlio non era in grado di sviluppare relazioni sociali".
Finalmente, l'anno successivo le fu suggerito che suo figlio potesse essere un hikikomori. Cercando su internet, scoprì che il fenomeno era diffuso tra i giovani giapponesi. Sì sentì sollevata di sapere che non era lei la sola causa. In seguito, scoprì che c'erano molti casi di hikikomori anche in Italia. Così decise di entrare in contatto con "Hikikomori Italia".
Chiara confessa: "Ho iniziato a comprendere questo fenomeno solo dopo che ne ho scoperto il nome. La società dovrebbe essere più consapevole di questa problematica."
SI IPOTIZZA CI SIANO CIRCA 100 MILA HIKIKOMORI
Marco Crepaldi, fondatore di "Hikikomori Italia" (associazione che nasce proprio per aiutare i soggetti con problemi di isolamento sociale) basandosi sulle stime fatte dagli psicologi, afferma che in Italia ci siano circa 100 mila hikikomori.
Eppure, il fenomeno non è molto conosciuto e le organizzazioni che se ne occupano sono poche. Molti genitori soffrono in solitudine, come è emerso anche dalla testimonianza di Chiara.
Marco ha iniziato a interessarsi per la prima volta al fenomeno degli hikikomori guardando l'anime "Welcome To The NHK", il cui protagonista è, appunto, un ragazzo isolato.
Dopo aver scritto una tesi sull'argomento, nel 2013 apre il blog di "Hikikomori Italia" e la corrispettiva pagina Facebook. Oltre 3.000 persone hanno iniziato a seguirlo e in molti si rivolgono a lui in cerca di informazioni e aiuto.
In seguito, ha fondato anche l'Associazione, ha aperto una chat dedicata a ragazzi isolati con oltre 300 iscritti e ha progettato uno spazio di confronto per i genitori di ragazzi hikikomori, con più di 400 utenti registrati.
Coopera anche con alcune organizzazioni giapponesi e scambia con loro opinioni e informazioni. Afferma che il suo principale obiettivo è "far conoscere il fenomeno degli hikikomori in tutta Italia."